Ogni mercoledì sera d’estate andiamo alla scoperta del Museo e del Parco con torce alla mano

“Ogni ape porta in sé il meccanismo dell’universo: ognuna riassume il segreto del mondo.”

Michel Onfray

In occasione della Giornata mondiale delle api, che si celebra il 20 maggio, vogliamo parlarvi di una donna straordinaria che è stata letteralmente conquistata da questi piccoli insetti produttori di miele. Il suo nome è Eva Crane, e i suoi studi dovrebbero trovare spazio in tutti i libri di biologia.

Perché il 20 maggio si festeggia la Giornata mondiale della api?

La prima a proporre questa data è stata la Slovenia. Il 20 maggio, infatti, coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), apicoltore sloveno e una delle maggiori autorità in materia di api. L’imperatrice d’Austria Maria Teresa lo nominò insegnante permanente di apicoltura presso la nuova Scuola di Apicoltura di Vienna. Dopo la sua morte, tutti gli insegnanti di apicoltura statali dovettero insegnare la materia secondo i suoi insegnamenti e metodi. Un vero e propio pioniere in materia!

C’è anche un altro motivo secondo cui a maggio festeggiamo gli impollinatori a strisce: durante questo mese l’emisfero settentrionale vede un notevole sviluppo di api, mentre nell’emisfero sud inizia l’autunno, ovvero il periodo perfetto per raccogliere i prodotti dell’alveare e aprire le danze alla stagione del miele. Nulla è lasciato al caso.

La storia di Eva Crane, una straordinaria studiosa di api

Eva Crane, nata nel 1912 in un sobborgo di Londra e vissuta fino al 2007, è stata una scienziata dai tanti interessi. La sua passione per le materie scientifiche si fa notare molto presto, tanto che nel 1931 vince una borsa di studio per entrare al King’s College, dove è una delle due sole donne a frequentare i corsi di matematica e l’unica a studiare fisica. Dopo la laurea, si specializza in meccanica quantistica e nel 1938 consegue un dottorato in fisica nucleare. Nel 1941 inizia a lavorare come ricercatrice presso il dipartimento di fisica dell’Università di Sheffield, ma un evento bizzarro e allo stesso tempo fortuito cambia il suo destino.

eva-crane-alveare

Nel 1942 si sposa con James Crane e tra i regali di nozze riceve un alveare, che a quel tempo – siamo nel pieno della Seconda guerra mondiale – era una vera fortuna dato che risultava difficile reperire lo zucchero. Da qui inizia la storia di Eva Crane che, sempre più affascinata dal mondo delle api, si iscrive a un club di apicoltura locale e studia giorno e notte le caratteristiche di questi insetti così importanti per gli ecosistemi.

Nel 1949 fonda il BRA (Bee Research Association), di cui sarà direttrice per trentacinque anni, e che in seguito cambierà nome in IBRA (International Bee Research Association), diventando sempre più importante a livello mondiale. Sono tante le pubblicazioni che ha lasciato la signora delle api: un dizionario d’apicoltura in quattro lingue, più di 180 pubblicazioni tra saggi, articoli e libri (molti dei quali dai 70 a i 90 anni). Tra questi ultimi ricordiamo Honey: A Comprehensive Survey (1975), A Book of Honey (1980) e The Archaeology of Beekeeping (1983) in cui il focus è sulla nutrizione e sull’apicoltura più antica.

Se l’alveare ha dato l’input ai suoi studi, saranno poi i numerosi viaggi a completare le ricerche sulla biologia delle api, sulle proprietà del miele e sulle forme di apicoltura praticate dalla preistoria al presente. Sapevi che gli antichi babilonesi usavano il miele per preservare i cadaveri? E che l’apicoltura praticata in alcune zone del Pakistan è identica a quella diffusa nell’antica Grecia? I suoi interessi si spingono fino all’arte, tanto da analizzare siti preistorici e studiare le raffigurazioni delle api e del miele nell’arte rupestre

Ape posata su un fiore per l’impollinazione

Estinzione delle api? Biodiversità a rischio

Eva Crane aveva compreso bene l’importanza delle api nel garantire la biodiversità e la nostra possibilità di sfamarci. Come abbiamo raccontato più volte sul blog, api, farfalle e altri insetti impollinatori giocano un ruolo essenziale negli ecosistemi: un terzo del nostro cibo dipende proprio dall’impollinazione, soprattutto frutta e verdura. Le api, con la loro presenza, assenza o quantità, fungono anche da indicatori dello stato di salute dell’ambiente. È proprio osservando lo sviluppo delle api che è possibile accertare i cambiamenti e mettere in atto nel tempo le necessarie misure precauzionali.

Purtroppo le api sono sempre più minacciate dalle attività umane: pesticidi, inquinamento e sfruttamento del suolo possono ridurre i nutrienti a loro disposizione e rappresentare una minaccia per le loro spesso numerose colonie. Tutto questo ha ripercussioni negative sulla biodiversità e sull’equilibrio ecologico. 

Aiutiamo gli impollinatori

Tutti noi possiamo contribuire alla conservazione delle api, seguendo questi utili consigli

  • Pianta fiori sul balcone sarà molto apprezzato dalle api che si nutriranno di quel nettare.
  • Crea i Bee Hotel per gli impollinatori e offri una casetta priva di pericoli. 
  • Se hai un giardino, ricorda di tagliare l’erba solo dopo che le piante hanno terminato la fioritura. 
  • Acquista miele dagli apicoltori locali.

Il World Bee Day è un’ottima occasione per imparare ad amare le piccole coltivatrici del pianeta proprio come ci ha insegnato Eva Crane!

Un alveare carico di libri sulle api

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