Ogni mercoledì sera d’estate andiamo alla scoperta del Museo e del Parco con torce alla mano

Chi sono i nostri amici anfibi

Rane, rospi, salamandre, raganelle: il mondo degli anfibi è vasto e ricco di curiosità. La parola anfibio deriva dal latino “amphium”, che significa doppio, e “bios”, che significa vita, e questo perché si tratta di specie capaci di vivere in due ambienti diversi, quello acquatico e quello terrestre. Sono vertebrati e presentano alcune caratteristiche in parte simili ai rettili, come quella di essere animali a sangue freddo non in grado di regolare la temperatura corporea (hanno bisogno di esporsi al sole per scaldarsi).

Il rospo comune (Bufo Bufo) è l’anfibio più grande d’Europa e può raggiungere anche i 20 centimetri di lunghezza senza considerare le zampe. In Pianura Padana vive una specie di anfibio dalle dimensioni più contenute (raggiunge i 10 centimetri) che con il suo nome ricorda le favole che leggevamo da bambini: rospo smeraldino.

Non è raro incontrarlo nei periodi più caldi, dalla tarda primavera fino all’estate, e soprattutto sentire il suo tipico canto con il quale attira le femmine durante i mesi della riproduzione. Come si distingue dal rospo comune? Sicuramente dalle dimensioni, come già accennato, ma anche dai colori: il rospo comune, infatti, presenta una pelle verrucosa dal colore uniforme che può variare dal marrone al rossastro e al verde scuro. Le caratteristiche del rospo smeraldino le abbiamo chieste a Renato Carini, esperto del Servizio Conservazione dei Parchi del Ducato, che in questa intervista ha fatto chiarezza su alcuni aspetti degli anfibi e sulla loro salvaguardia, fondamentale per la biodiversità della zona.

Esemplare di rospo smerladino – Foto WikiMedia Commons

1) Tra gli anfibi presenti al Parco dello Stirone abbiamo il rospo smeraldino. Quali sono le sue caratteristiche e perché ha scelto proprio questa zona come habitat? 

Esperto. Il nome scientifico della specie è Bufotes viridis, mentre il nome italiano è dovuto alle macchie color verde chiaro che ha sul dorso. Vive in zone di pianura anche abbastanza aride, ed è comune in Pianura Padana, mentre in altre regioni è molto più raro.  

2) Quanto vive in media un rospo smeraldino e quante uova può deporre la femmina? 

Esperto. La massima longevità riscontrata per un rospo smeraldino è di circa 11 anni. La femmina può deporre dalle 5000 alle 17000 uova in una stagione riproduttiva (mediamente 9000).

Rospo smeraldino – Foto WikiMedia Commons

3) Come altri anfibi, anche il rospo smeraldino ha una bocca larga e un lunga lingua estroflessibile per cattura velocemente le prede. Cosa mangia?

Esperto. Mangia farfalle, bruchi, lombrichi e in generale ogni tipo di invertebrato che riesce a catturare. 

4) È vero che in alcuni anfibi può avvenire la rigenerazione delle parti del corpo?

Esperto. Si è vero, il grande scienziato reggiano Lazzaro Spallanzani lo aveva scoperto già nel 1766. Questo fenomeno estremamente complesso è noto per alcune specie di salamandre e di tritoni, in particolare una specie di salamandra messicana è in grado di rigenerare un arto amputato in modo completo e funzionale. Non è noto per il rospo smeraldino. 

5) Quali sono i rischi per questi animali? Le attività dell’uomo possono creare danni alle specie?

Esperto. La perdita di habitat è il grande nemico di questa specie soprattutto la scomparsa delle zone umide che ne consentono la riproduzione, ma anche la mancanza di insetti dovuti alle sostanze tossiche sparse nel territorio. In alcuni tratti di strade possono avvenire degli attraversamenti temporanei che causano vere e proprie stragi localizzate, dovute alla necessità dei rospi di raggiungere i luoghi di riproduzione o svernamento.

6) Un consiglio per i nostri lettori: cosa fare o non fare in presenza di un rospo.

Esperto. Come per tutte le specie selvatiche, il consiglio è sempre lo stesso: non fate nulla. Lasciate fare alla natura. Non date cibo e non toccate i rospi, in particolare per le signorine, non provate a baciarli :), perché se li maneggiate, possono emettere una sostanza lievemente tossica e irritante per le nostre mucose. L’unica attività utile potrebbe essere quella di accompagnarli mentre attraversano la strada e rischiano di essere schiacciati dalle auto. Un grande aiuto è quello di creare dei piccoli stagni a favore della biodiversità, per consentire la riproduzione di questa e di altre specie.

Vi lasciamo con il canto del rospo smeraldino: una serenata d’amore notturna!

Video Youtube a cura di lorenzifoto