Ogni mercoledì sera d’estate andiamo alla scoperta del Museo e del Parco con torce alla mano

La vita segreta degli animali selvatici

Parliamo spesso degli animali avvistati all’interno del Parco dello Stirone e del Piacenziano, a volte li vediamo volare nel cielo come il gruccione, altre volte riusciamo ad adocchiarli mentre si spostano alla ricerca di cibo. Vi siete mai domandati cosa succeda di notte o quando non siamo nei paraggi? Sapere chi si aggira tra gli alberi è fonte di grande curiosità, ma per noi è anche oggetto di ricerca scientifica. Per questo al Parco sono posizionate delle fototrappole in grado di documentare gli animali selvatici e i loro comportamenti anche in assenza di luce, sempre nel pieno rispetto dell’ambiente naturale. Sul blog puoi farti un’idea della vita del tasso: nell’articolo parliamo proprio di uno degli animali più attivi, fotografato in una notte d’agosto mentre si abbeverava.

Quali sono gli altri frequentatori abituali? Abbiamo fatto una bella chiacchierata sulle fototrappole con Mauro Allegri dell’Area Tecnica dei Parchi del Ducato. Grazie a questi apparecchi fotografici sempre più evoluti tecnologicamente, possiamo osservare gli animali e comprendere meglio i cambiamenti della fauna in questa zona. E adesso anche voi scoprirete cosa combinano le faine nel cuore della notte. Buona lettura!

1) Al Parco dello Stirone sono presenti alcune fototrappole utili per filmare gli animali selvatici nel loro habitat naturale. Ma a cosa servono di preciso e come funzionano? 

Esperto. Le fotovideotrappole sono apparecchi che vengono utilizzati per riprendere animali selvatici nel loro ambiente naturale senza arrecare loro disturbo, soprattutto quelle specie particolarmente elusive e difficilmente contattabili con altre metodologie di ricerca. Sono dotate di un sensore di movimento che si attiva al passaggio dell’animale, coadiuvato da un sensore IR che rileva la radiazione infrarossa emessa dal soggetto in transito nel campo di azione del sensore stesso. Possono registrare foto, video o entrambi a seconda dell’impostazione scelta dall’operatore.

2) In genere, dove vengono posizionate le fototrappole? 

Esperto. Per massimizzare lo sforzo di cattura e ottenere i migliori risultati, il posizionamento di una fotovideotrappola deve avvenire in luoghi specifici e rappresentativi della specie target, come ad esempio passaggi lungo sentieri, trottoi, siti di marcatura ricorrenti, punti di approviggionamento idrico, ricordando di non interferire con siti sensibili, come tane o nidi nel periodo riproduttivo.

3) Quali sono gli animali più avvistati al Parco dello Stirone e come si comportano quando individuano le fototrappole? 

Esperto. La biodiversità all’interno del Parco dello Stirone e Piacenziano è piuttosto strutturata, le specie che vengono maggiormente “fototrappolate” sono il capriolo e il cinghiale in primis, seguite da volpi, tassi, faine, lepri, scoiattoli, merli, ghiandaie, ecc… Queste attrezzature operano in modo silente e discreto, nonostante emettano inevitabilmente frequenze sonore recepite dagli sviluppati apparati uditivi dei selvatici. Alcuni di loro restano indifferenti, altri assumono un comportamento sospettoso, a volte incuriosito, per arrivare ai soggetti che fuggono precipitosamente e fortemente impauriti. 

Capriolo
Foto di un capriolo realizzata da Andrew Patrick

4) Ormai questi strumenti sono sempre più utilizzati per monitorare la fauna di un luogo ben preciso. Quali sono stati i cambiamenti rilevati al Parco? Qualche animale prima assente è diventato stanziale? 

Esperto. L’ambiente naturale evolve nel corso del tempo influenzato da dinamiche proprie e di natura antropica. In questi ultimi anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti per quanto riguarda la presenza/assenza di alcune specie selvatiche. Qualche decennio fa le sponde del torrente Stirone erano frequentate dal Topino o Rondine di ripa, oggi definitivamente scomparso lasciando il posto al coloratissimo e vocifero Gruccione. Anche l’Istrice era merce rara, oggi le fotovideotrappole e non solo quelle, testimoniano il contrario. Ultimamente la scena è stata rubata dal ritorno del Lupo, insediatosi stabilmente nei nostri territori e mentre lo si sta monitorando, ecco che compare all’orizzonte lo Sciacallo dorato, un canide di medie-piccole dimensioni che dall’Est Europa sta ampliando il suo areale di distribuzione verso Ovest.

Esemplare di Sciacallo dorato (Canis aureus Linneus)

5) Cosa si fa subito dopo aver visionato il materiale? Proviamo a spiegare brevemente il tuo lavoro.  

Esperto. Le fotovideotrappole, conosciute anche come “Trail Camera”, acquisiscono dati su una scheda di memoria posta al suo interno (SD card): non tutte le foto o i video registrati rappresentano materiale da archivio ma occorre scegliere quelle/i maggiormente rappresentativi e confacenti agli standard che si è optato di assumere. Selezionato il materiale, occorre catalogarlo e archiviarlo opportunamente per poterlo utilizzare successivamente per le ricerche scientifiche o per realizzare materiale divulgativo e informativo.

6) Raccontaci uno degli avvistamenti più curiosi a cui hai assistito (anche più di uno). 

Esperto. Visionare il materiale acquisito dalle fotovideotrappole a volte è un’attività lunga e ripetitiva, soprattutto in presenza di numerosi file contenuti nelle scheda di memoria. Non mancano comunque le soddisfazioni nell’essere riusciti a riprendere la specie oggetto della ricerca e magari in atteggiamenti particolari o di difficile osservazione in modo diretto. A volte gli animali regalano scene di particolare bellezza, come un inaspettato primo piano, un atteggiamento intimo nei confronti del proprio partner o nei confronti della prole. In altre occasioni rivelano il loro lato più buffo, come due Faine che in piena notte e incuranti della presenza dell’occhio elettronico, hanno dato vita ad un esilarante siparietto ludico fatto di salti, capriole e affettuosi abbracci, rotolandosi giocosamente tra erba e foglie. 

Esemplare di faina