Ogni mercoledì sera d’estate andiamo alla scoperta del Museo e del Parco con torce alla mano

“La prima rondine venne iersera a dirmi: È prossima la Primavera! Ridon le primule nel prato, gialle, e ho visto, credimi, già tre farfalle. Accarezzandola così le ho detto: Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!”

Gianni Rodari

Finalmente ci siamo: arriva l’Equinozio di primavera!

Sabato 20 Marzo, alle ore 10.37 esatte, dopo un lungo e rigido-non solo dal punto di vista metereologico, possiamo dirlo-inverno, cade puntuale l’equinozio di primavera!

Certo, a voler essere politically correct con i nostri cugini australiani dovremmo chiamarlo equinozio di Marzo perché se nell’emisfero boreale, che sta sopra l’Equatore, si va verso la bella stagione, in quello australe questo equinozio segna l’inizio dell’autunno.

Metereologicamente, va detto, è già primavera da una ventina di giorni, dal primo di Marzo. Le giornate si allungano, gli ancor flebili raggi del sole si stanno facendo più caldi, ritornano i cinguettii delle rondini, del cuculo e del gruccione a festeggiare un evento che di solito cade il 21 Marzo, di solito, ma non sempre.

L’equinozio è infatti mobile, oltre alla data canonica del 21 Marzo, può cadere il 20 marzo, come avverrà fino al 2044, quando arriverà addirittura il 19 marzo.

12

mesi e 365 giorni durata dell’anno gregoriano, quello seguito in gran parte del Mondo.

365

mesi e 365 giorni durata dell’anno gregoriano, quello seguito in gran parte del Mondo.

Ma che cosa accade durante l’equinozio di primavera?

Partiamo dall’etimologia. L’origine della parola equinozio* è latina e deriva dalla fusione di aequi, uguale e noctium da nox, notte, letteralmente notte uguale al giorno, o più propriamente al dì.

Astronomicamente è un momento, non un giorno intero come siamo soliti pensare, ma un breve magico istante in cui il Sole, nel suo percorso annuale incontra l’equatore celeste, una circonferenza immaginaria, che è la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste. In quel momento la nostra stella si trova allo zenit, il punto più alto rispetto all’equatore.

Quel che accade a noi osservatori coi piedi sulla terra è che il numero di ore diurne è identico a quello di ore notturne è che da oggi in poi il prenderà sempre più spazio fino a culminare nel solstizio estivo (ma di questo se ne riparlerà a Giugno!).

Fin qui, come dicevamo, sono nozioni più o meno attentamente apprese sui banchi di scuola: ma sapevate che la Terra non è l’unico pianeta del Sistema solare ad avere gli equinozi? Anche su Saturno infatti arriva la Primavera, ma visto che l’anno di Saturno dura poco meno di 30 anni terrestri l’equinozio extraterreste si verifica solo una volta ogni 14,75 anni o giù di lì. Il prossimo equinozio saturniano cadrà tra soli due anni, sperando che qualche sonda che gravita intorno al pianeta riesca a inviarci nuove immagini di questo fenomeno.

equinozio di primavera

Tornando sulla Terra, l’equinozio di primavera, come quello d’autunno e i due solstizi, scandendo il ciclo delle stagioni hanno da sempre permesso ai popoli della storia di orientarsi nello svolgimento dei lavori agricoli. In primavera la semina delle verdure, la potatura degli alberi da frutto, il raccolto delle primizie, la produzione del formaggio e del burro, la cura degli allevamenti e dei nuovi nati.

Nel mondo romano, in cui l’anno iniziava proprio nel mese di Marzo, l’equinozio di Primavera veniva celebrato con riti e festività. Il 25 marzo, che, secondo l’astronomia antica, era il primo giorno più lungo della notte, quindi festa della luce e della primavera, si celebravano gli Hilaria, festeggiamenti dedicati alla dea della terra Cibele. In mezzo allo strepitìo dei flauti, dei cimbali e dei timpani, la statua della divinità veniva portata in una processione giocosa. In latino infatti hilaria -orum, derivato di hilăris, significa “giocoso, allegro ilare”.

Per non deludere le aspettative dei nostri avi, quindi non possiamo far altro che libare e gioire anche noi per l’arrivo dell’Equinozio di Primavera!

*equinozio

/e·qui·nò·zio/

sostantivo maschile

Ciascuno dei due istanti dell’anno in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, incontra l’equatore celeste.