Ogni mercoledì sera d’estate andiamo alla scoperta del Museo e del Parco con torce alla mano

La notte più breve dell’anno, la notte del solstizio d’estate*: quella in cui il Sole si sposa con la Luna, le streghe si riuniscono attorno a un noce, si accendono i falò sulle colline, si raccolgono erbe per pozioni e rimedi. 

Dal punto di vista astronomico, il solstizio d’estate cade ogni anno quando il Sole si trova allo Zenit, il punto più a Nord rispetto all’Equatore celeste: una posizione che ne garantisce la massima permanenza al di sopra dell’orizzonte.

Nel 2021 il solstizio cade il 21 giugno, ma, come accade per gli altri appuntamenti astronomici, la data può variare tra il 20 e il 22 giugno a causa della processione degli equinozi che fa slittare l’evento di qualche ora ogni anno.

*solstizio

/sol·stì·zio/

sostantivo maschile

Ciascuno dei due momenti dell’anno in cui il Sole raggiunge la massima declinazione

Il solstizio d’estate affascina i popoli di ogni epoca

Osservando in cielo questo prodigioso fenomeno, popoli di ogni epoca hanno eretto costruzioni monumenti funebri, calendari di pietra che seguivano il moto apparente del Sole.

Il più celebre è certamente il sito megalitico di Stonehenge, dove ogni anno si riuniscono ancora migliaia di persone per vedere l’affascinante spettacolo dei raggi del sole che filtrando tra gli enormi monoliti colpiscono l’altare centrale. Molti sono gli esempi anche nel bel paese, soprattutto nel Sud italia, come il complesso di Petre de la Mola in Basilicata o i megaliti della valle del Belice in Sicilia.

A questo trionfo del dì sulla notte, della luce sulle tenebre, l’uomo ha anche dedicato rituali e celebrazioni, storie e leggende profondamente radicate ad ogni latitudine terrestre: feste del fuoco che assicurano purificazione e  fertilità alla campagna, alla terra e all’uomo.  Si festeggia la maturazione delle sementi dopo il risveglio della primavera, la raccolta dei frutti e la fertilità del terreno prima dell’arrivo del caldo torrido.

La notte di san Giovanni ogni erba nasconde inganni! 

Una mescolanza e sovrapposizione di tradizioni tra mondo pagano e cristiano che culmina nelle celebrazioni della festa di San Giovanni Battista, il 24 Giugno, tradizionalmente indicato come giorno della nascita del santo, simbolo della vita che si rinnova.

Una delle pratiche ancora in uso nella notte di San Giovanni, almeno nel mondo contadino delle campagne italiane, – per noi facilmente replicabile senza erigere monoliti e scomodare convegni di streghe-  è la raccolta delle erbe di san Giovanni. 

solstizio d'estate san giovanni

La conoscenza delle erbe è infatti un’eredità del passato custodita  e tramandata con cura. Nella tradizione popolare di tutta Italia si ritiene che in questa giornata così vicina al solstizio d’estate le erbe officinali, purificate dalla rugiada della notte, siano intrise di poteri benefici che doneranno prosperità e salute per i mesi a venire. La maggior parte delle erbe sono infatti nel loro tempo balsamico, cioè il momento in cui le piante officinali contengono la più alta concentrazione di principi attivi e quelle aromatiche sono pronte per essere distillate.

Arnica, verbena, elicriso, calendula, ginestra, maggiorana, genziana, cicoria, prezzemolo, menta, cardo, ruta, artemisia

La lista delle erbe di San Giovanni varia di regione in regione adattandosi alla disponibilità della flora locale. Un ruolo fondamentale ha però l’iperico, anche detta scaccia diavoli o erba di san Giovanni. Si dice infatti che bastava infatti portarne un rametto sotto la camicia per proteggersi da streghe e spiriti malefici o appenderlo alla porta e alle finestre  di casa, perché non osassero entrare.

Se  vogliamo creare il nostro mazzetto di erbe di San Giovanni, ma non siamo esperti, una seppur in apparenza ovvia raccomandazione da seguire è raccogliere solo le erbe che si riconoscono con sicurezza! Alcune erbe infatti si assomigliano molto e non tutte sono innocue: meglio munirsi di un erbario o della compagnia di una nonna, zia o amica esperta.

Una volta raccolte le erbe vanno essiccate e raccolte in sacchetti di puro cotone da conservare fino all’anno successivo quando verranno bruciate nel falò di san Giovanni per propiziarsi salute e fertilità per l’anno venturo.

Oppure si possono utilizzare anche per preparare l’acqua di San Giovanni: che consiste nell’immergere in una bacinella di acqua fresca fiori ed erbe raccolti al tramonto del 23 giugno. Quest’acqua potrà essere usata per lavare mani e viso la mattina del 24, una sorta di rito purificante e propiziatorio che porterà amore, salute e fortuna.